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Chirurgia della Cataratta

cataratta-storia-cristallino
Anestesia

topica con collirio - raramente locale 

Durata Intervento

10-20 minuti

Tempo Ricovero

procedura ambulatoriale

Tempo Recupero

estremamente brevi

Cos’è la cataratta?

 

La cataratta consiste in una progressiva perdita di trasparenza del cristallino la quale porta ad un peggioramento della vista associata ad alcuni sintomi, come:

  • Visione alterata dei colori

  • Visione offuscata

  • Aloni intorno alle luci

  • Difficoltà nella visione notturna

 

Crea disagi e difficoltà nella guida di autoveicoli, nella lettura o nel riconoscimento dei volti. Inoltre, il peggioramento della vista ha come effetto un aumento del rischio di cadute e una più scarsa qualità della vita (sono state trovate associazioni con lo sviluppo di stati depressivi). 

Non è solo associata all'età. Alcune patologie, i cambiamenti nello stile di vita, e l'esigenza sempre maggiore di una ottima acuità visiva portano ad avvertire i sintomi precocemente.

Come si fa diagnosi di cataratta?

Durante la visita oculista verrà eseguita sia la valutazione della vista che l’esame mediante lampada a fessura, tramite questa sarà possibile valutare lo stato di salute e di trasparenza del cristallino.

È importante approfondire la causa del calo della vista, dal momento che non è necessariamente dovuto alla cataratta.

Come si tratta la cataratta?

Il cristallino opacizzato viene rimosso chirurgicamente e sostituito con una lente artificiale (IOL, acronimo dall’inglese: Intra Ocular Lens – Lente Intra Oculare), in anestesia topica/locale, senza bisogno di ricovero.

                       

Percorso post-operatorio

Il rispristino della vista è veloce. Occorre una terapia con colliri per alcuni giorni dopo l’intervento e il rispetto di alcuni accorgimenti che verranno indicati dal medico.

La normale attività lavorativa o sportiva può essere ripresa dopo un breve periodo di riposo.

Cenni di anatomia e fisiologia del cristallino

Il cristallino (o lente) è una struttura trasparente che divide la camera anteriore dell’occhio da quella posteriore. Anteriormente si trova in contatto con l’iride, e posteriormente con la membrana ialoide dell’umor vitreo. La lente è costituita nel suo spessore da diversi strati di fibre lenticolari immerse in una sostanza cementante, queste sono fibre che in virtù della loro natura e della loro disposizione, si caratterizzano per una particolare trasparenza.

Il cristallino fa parte del sistema ottico che permette la messa a fuoco dell’immagine sulla retina. È una lente biconvessa di diametro di 10 mm con uno spessore massimo di 3-4 mm. Queste dimensioni possono essere distorte da un apposito sistema muscolare (i muscoli ciliari) che permette la messa a fuoco.

 

Fattori di rischio

I principali elementi che predispongono all’insorgenza della cataratta sono: età, traumi, radiazioni, alterazioni genetiche. I fattori di rischio principali sono: diabete, esposizione a fumo e luce solare di alta intensità e fumo di tabacco.

A causare l’opacizzazione sono soprattutto la degradazione delle fibre lenticolari, con progressivo accumulo di danni causati da tossine e radiazioni. A questi processi, che potremmo definire come invecchiamento fisiologico della lente, si possono affiancare altri fenomeni più specifici, come per esempio l’infiammazione in seguito ad un trauma, oppure l’esposizione a radiazioni particolarmente intense.

Classificazione della cataratta

La cataratta può essere classificata sia in base agli strati coinvolti dall’opacizzazione, che sulla base dell’età d’insorgenza.

Delle due classificazioni l’ultima è la più funzionale e distingue:

  • cataratta senile: dopo la sesta decade, a causa di una serie di insulti accumulati, il cristallino va incontro ad una opacità para-fisiologica (“anormale” ma non abbastanza da essere considerata una patologia vera e propria)

  • cataratta giovanile: si sviluppa prima della sesta decade di vita, spesso legata a difetti metabolici

  • cataratta congenita o infantile: è presente alla nascita o si sviluppa nei primi mesi di vita, è generalmente dovuta a problemi di natura genetica oppure patologie insorte durante la gravidanza

Oculista Khaki in sala operatoria

Intervento di cataratta

Per la cura della cataratta non esistono presidi farmacologici, l’unica possibilità consiste nella chirurgia. La procedura prevede: intervento di rimozione della lente opaca, alloggiamento di una lente intra-oculare (IOL, Intra-Ocular Lens).

 

L’intervento di rimozione della lente, oggi, prende il nome di facoemulsificazione, ed è possibile grazie al facoemulsificatore: questo strumento produce ultrasuoni ad altissima frequenza che vengono inviati ad una sonda che termina con una piccola punta che viene messa a contatto con il cristallino. Gli ultrasuoni faranno vibrare la punta frantumando il cristallino, che verrà aspirato da un aspiratore. Per introdurre la sonda e lo strumento aspirante sono necessari dei piccoli tagli nella cornea che fino a pochi anni fa venivano effettuati con normali bisturi, ma da qualche anno è stato reso disponibile il femtolaser, che rende la procedura ancora meno traumatica e quindi la guarigione più rapida.​

Dopo aver aspirato tutti i residui del vecchio cristallino viene introdotto il nuovo cristallino.​

Generalmente l’intervento richiede soltanto una anestesia topica tramite un collirio, ma a volte si rende necessario l’uso di anestesia locale.

Complicanze
  • Possono insorgere durante la fase operatoria come danni a carico della capsula che deve ospitare il cristallino artificiale, emorragie, caduta del cristallino in camera vitrea.

  • In alternativa, possono manifestarsi immediatamente dopo la chirurgia come infezioni, spostamento del cristallino artificiale, rialzo della pressione intraoculare con opacizzazione della cornea.

  • Infine, possono essere classificate come tardive le infiammazioni retiniche o lo scompenso corneale.

 

L’opacizzazione del cristallino artificiale che può verificarsi nel corso degli anni non è una complicanza e si risolve con un trattamento laser in ambulatorio.

Lente Artificiale IOL
Lenti artificiali (IOL): non sono tutti uguali

Le lenti intraoculari hanno subito una notevole evoluzione nel corso degli anni. Ne riconosciamo diverse tipologie sulla base delle proprietà ottiche:

 

Monofocali

Queste sono le lenti più semplici che però presentano lo svantaggio di avere un fuoco fisso, facendo perdere al paziente la possibilità di accomodare (ovvero di mettere a fuoco oggetti più vicini di sei metri).

 

Lenti Premium

Multifocali: queste lenti sono state create per avere la caratteristica di poter mettere a fuoco sia punti vicini che lontani

Accomodanti: queste lenti sono state equipaggiate con delle cerniere siliconiche che permettono una minima interazione con i muscoli ciliari, e quindi una minima accomodazione. Il paziente dovrebbe essere in grado di regolare il potere ottico della lente esattamente come faceva con in cristallino, ma non sono mai stati dimostrati successi eclatanti

Toriche: le lenti toriche permettono la correzione dell’astigmatismo

Toriche multifocali: queste lenti permettono di risolvere diversi problemi refrattivi come astigmatismo, miopia o presbiopia

Lenti EDOF (extended depth of focus): è possibile ottenere un’ottima qualità visiva pressoché a tutte le distanze

 

Grazie a lenti sempre più innovative è possibile per alcuni pazienti abbandonare gli occhiali dopo la chirurgia, oltre a recuperare una visione perfettamente nitida.

 

La scelta del cristallino

Durante la visita preoperatoria vengono eseguiti degli esami strumentali, tra cui quelli funzionali alla determinazione del futuro cristallino artificiale.

Assume un ruolo essenziale l’interazione con il paziente, e la condivisione della scelta operata dal medico. Risulta essenziale valutare lo stile di vita ed esigenze lavorative, le aspettative ed altri fattori che possono condizionare la buona riuscita dell’intervento nel suo insieme.

Cenni storici sull'intervento di cataratta

La cataratta ha sempre offuscato la visione degli esseri umani, e di conseguenza è stata una delle prime patologie ad essere trattata.

Le prime procedure note agli storici risalgono al quinto secolo avanti cristo, in una società in cui non esisteva la figura del chirurgo. Queste erano procedure particolarmente cruente che permettevano però di recuperare una parziale visione in soggetti con lenti particolarmente opache. Il cristallino deteriorato veniva semplicemente scalzato dalla sua posizione e lasciato dentro il bulbo oculare, la visione che ne risultava era più nitida ma senza alcuna possibilità di messa a fuoco.

Bisognerà aspettare il 1747 per vedere una prima vera chirurgia, che però consisteva semplicemente nella rimozione del cristallino.

La chirurgia moderna si è sviluppata nella seconda metà del XX secolo, con l’introduzione della facoemulsificazione e delle lenti intraoculari. Nel 1967 Charles Kelman sviluppa la Facoemulsificazione (dal greco phako – lente), che permette di ridurre al minimo i traumi e l’infiammazione causati dalla procedura, oltre a limitare notevolmente l’incisione necessaria per l’estrazione del cristallino (verrà spiegata in maggiore dettaglio dal testo in seguito).

In parallelo è avvenuto lo sviluppo delle lenti intraoculari, che permettono il recupero post-chirurgico di una visione ottimale. Durante la Seconda guerra mondiale il Dr. Harold Ridley si accorse che dei piloti con traumi da corpo estraneo all’occhio, solo quelli con schegge di Perspex® (un vetro di materiale acrilico) non avevano sviluppato esiti infiammatori. Ridley concluse, correttamente, che la plastica acrilica potesse essere il materiale corretto per lo sviluppo di lenti intraoculari. Nel 1990 venne sviluppata una lente pieghevole, che poteva quindi essere inserita nella capsula, dove si trova fisiologicamente il cristallino, tramite un foro di dimensioni contenute. Negli ultimi anni sono state rese disponibili lenti ad hoc, che permettono anche la correzione di difetti refrattivi esistenti prima della cataratta.

Oggi Il progresso scientifico ci ha portati ad una procedura rapida, minimamente traumatica, con un altissimo tasso di successo che permette di ridonare una visione chiara e definita.

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